Studi nel campo fenomenologico delle droghe psicoattive
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Quest' opera di Giorgio Samorini è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Terapie psichedeliche
E’ uscito questo testo in due volumi:
D’ARIENZO ADRIANA & GIORGIO SAMORINI, 2019, Terapie psichedeliche. Dal paradigma psicotomimetico all’approccio neurofenomenologico, Vol. 1. Aspetti generali e storici, Prefazione di Torsten Passie, Shake Edizioni, Milano. ISBN: 978-88-97109-79-2
D’ARIENZO ADRIANA & GIORGIO SAMORINI, 2019, Terapie psichedeliche. Dal paradigma psicotomimetico all’approccio neurofenomenologico. Vol. 2. Gli studi moderni, Shake Edizioni, Milano. ISBN: 978-88-97109-81-5
Sinossi:
Che le droghe non siano solo sostanze d’abuso problematiche ma anche fonti medicinali, è un dato più o meno acquisito dall’uomo comune. Meno noto è il fatto che anche le sostanze psichedeliche, “rivelatrici della psiche”, quali l’LSD, la mescalina e la ketamina, possono essere usate come medicine, e che sono state e continuano a essere impiegate perfino come “droghe che curano i drogati”. Le caratteristiche rivelatrici e visionarie di queste sostanze, cariche di potenziale abreattivo nel fare emergere traumi e nodi psichici problematici, da oltre un secolo le ha rese strumenti formidabili nei contesti psicoterapeutici per il trattamento degli stati depressivi, dei disturbi ossessivo-compulsivi, delle impotenze e frigidità sessuali, delle isterie di conversione, dell’alcolismo, delle psoriasi più aggressive e degli autismi infantili.
Quest’opera scritta in due volumi è il più esteso testo che sia mai stato scritto sulle terapie psichedeliche. Nel primo volume vengono esposti i presupposti teorici e la storia di queste terapie, mantenendo uno sguardo mondiale e con un’originale sistematizzazione concettuale e terminologica. Prima che gli psichedelici venissero bannati dalla ricerca scientifica, alla fine degli anni ’60, anche in Italia fu intrapresa una cospicua serie di studi clinici con l’LSD e gli altri psichedelici; un pezzo di storia della medicina italiana totalmente dimenticata, che gli autori hanno pazientemente recuperato e riportato alla luce.
Dopo un trentennio di divieto medico nei confronti degli psichedelici, in questi ultimi anni si sta osservando una ripresa di interessi per queste sostanze come possibili farmaci, con l’avvio di una serie di studi clinici che comportano l’impiego dei funghi allucinogeni nel trattamento della depressione maggiore, delle cefalee a grappolo e del tabagismo, della MDMA (“ecstasy”) nel disturbo da stress post-traumatico, dell’LSD e della ketamina nell’alcolismo, ecc.
Nel secondo volume, oltre a un’approfondita e aggiornata esposizione delle nuove indicazioni terapeutiche, sono estesamente descritti i meccanismi d’azione degli psichedelici, avvalendosi delle moderne metodologie della neurofenomenologia e delle neuroscienze cognitive.
Ampio spazio viene dato all’ayahuasca – la bevanda visionaria amazzonica che si è diffusa nel mondo occidentale –, ai suoi meccanismi d’azione farmacologica e alle sue plurime proprietà terapeutiche, che vanno dal trattamento del cocainismo alla sua efficacia nel parkinsonismo e altre patologie neurodegenerative, dal trattamento di diversi tipi di cancro ai disturbi dell’alimentazione e come antidiabetico; proprietà terapeutiche che, al di là dell’enfasi e della mitologia che ha promosso fenomeni di pellegrinaggi e cerimonie di cura, vengono sempre più confermate dalla ricerca scientifica.
L’ultimo capitolo è dedicato all’impiego degli psichedelici per alleviare l’ansia e la depressione nei malati terminali; un approccio tanatodelico alla morte recentemente rivalutato nella clinica oncologica, e di cui vengono qui proposte innovative idee che giungono a toccare l’argomento dell’eutanasia.
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