Studi nel campo fenomenologico delle droghe psicoattive
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Racconti sul betel della Nuova Guinea
Tales on betel from New Guinea
Il seguente racconto è stato fornito da un capo tribù massim delle isole Trobriand, che si trovano fra le isole Marshall e la Nuova Guinea. Fra i Massim v’è la credenza che i primi uomini siano fuoriusciti da delle grotte o da dei fori del terreno; in questo racconto mitologico i primi uomini portano con loro sulla terra il betel, lasciando intendere che questa pianta proviene dal regno degli spiriti o dall’aldilà. Nel racconto ricopre un ruolo importante – sebbene per noi non chiaro – il tema dell’antropofagia, e potrebbe avere lo scopo di sottolineare la rarità di questo comportamento a Trobriand rispetto ad altre isole più a sud, quelle d’Entrecasteaux.
La droga chiamata betel è costituita da foglie di una piperacea (betel) e noci di una palma (areca), insieme a del calcare. Per “noci di betel” nel racconto si intendono le noci di areca.
Dovana e suo fratello furono fra i primi uomini ad uscire dalla grotta Obuwaga vicino a Labai. Dovana portò con sé tutti gli ingredienti e gli utensili per la masticazione del betel. Un giorno Dovana chiese a suo fratello di prendere un poco di fuoco dalla sua capanna. Passato molto tempo senza che suo fratello tornasse indietro, Dovana lo seguì e lo trovò mentre faceva l’amore con sua [di Dovana] moglie. Vedendo questo, uccise il fratello con una lancia. Egli prese il cadavere e lo portò verso sud, e in ogni villaggio chiese alla gente di mangiare parte del cadavere. Coloro che ne mangiarono furono ricompensati con noci di betel, ma la gente della maggior parte dei villaggi rifiutò. Così Dovana portò il cadavere e le noci di betel a D’Entrecasteaux [isole a sud delle Trobriand]. Questo spiega il perché ci sono più noci di betel a D’Entrecasteaux che nelle Trobriand. Dovana portò le noci di betel anche a Woodlark (Beran, 1988, p. 15).
Il seguente mito è stato raccontato ad Henry Aufenanger da un uomo di nome Yanggi dell’etnia nativa dei Buna, dimorante a Banam, nel Marienberg (Mangana), nella regione inferiore del fiume Sepik, in Nuova Guinea. In questo racconto la noce di betel viene donata dagli “uomini del sole”, esseri sovrannaturali che abitano nel cielo, a un “uomo della terra”, come ringraziamento per le sue prestazioni sessuali che fanno sì che anche fra gli “uomini del sole” possano esservi persone con il naso bello. La lunghezza del naso è di speciale importanza in Nuova Guinea. Un lungo naso è considerato bello.
Una volta viveva un uomo con le sue due mogli e i bambini. Un giorno egli vide una noce di betel galleggiante sull’acqua di un tributario del ruscello superiore, sino a che egli udì un uomo che lavorava su una canoa. Si avvicinò furtivamente, e vide che l’uomo aveva un naso sgradevolmente curvo. Gli gridò: “Amico, cosa stai facendo?” Lo straniero (B), che era un uomo-sole, vide l’uomo-terra (A), che aveva un bel naso e disse: “Sto facendo una canoa. Ma come sei giunto qui?” L’uomo-terra rispose: “Ho visto i trucioli della tua canoa che galleggiavano sull’acqua e ho trovato te”. Ora A seguì la luce che proveniva dall’uomo-sole. B prese A con sé sopra le nubi. La gente-sole si rallegrò e si meravigliò quando vide il bel naso di A. Gli diedero due donne con lo scopo di ottenere dei bimbi, che avrebbero anch’essi avuto il naso come lui. Alla fine A ebbe una figlia che aveva il naso come suo padre, e in seguito la seconda donna gli procurò un figlio. Anche questo aveva il naso del padre. La gente-sole era giubilante. Chiesero all’uomo: “Hai una moglie anche sulla terra?” Egli rispose: “Si”. Essi gli mostrarono da lassù le sue mogli e bambini, gli prepararono un grosso pasto di ringraziamento e gli diedero del cibo per il viaggio. Quando gli fornirono delle noci di betel da masticare e altre per piantarle, l’uomo-sole B le riportò sulla terra. Le sue mogli lo avevano cercato a lungo, ma alla fine si erano convinte ch’egli era morto. Quando ora tornò presso di loro, esse si intimorirono e gli chiesero: “Chi sei?” Egli rispose: “Sono io! Non abbiate timore!” Quindi raccontò loro tutte le sue esperienze e fu ben ricevuto a casa (Haufenager, 1970, pp. 143-4).
Si vedano anche:
Riferimenti bibliografici
AUFENAGER HENRY, 1970, Myths and Beliefs from Prehistoric Times at the Lower Sepik River, New Guinea, Asian Ethnology, vol. 79, pp. 133-175.
BERAN HARRY, 1988, Betel-chewing Equipment of East New Guinea, Shire Publ., Aylesbury, UK.