Shiva, Parvati e la Cannabis

Shiva, Parvati and the hemp

 

La canapa indiana è considerata un potente afrodisiaco, una proprietà che emerge dalla seguente leggenda nepalese riguardante il dio Shiva e la sua sposa divina Parvati. La motivazione dell’uso della canapa come afrodisiaco “per la pace domestica”, e il fatto che Parvati “trova” e non crea la pianta di canapa, sono entrambi fattori che tradiscono una certa modernità del racconto.

Shiva, il creatore e distruttore del mondo, viveva con la sua compagna Parvati sulla cima del monte Himalaya, il tetto del mondo.

Ma non rimaneva mai in casa, bensì amava vagare sulle montagne, ove si dava ai piaceri conviviali con le ninfe celesti.

Ciò dispiaceva a Parvati. Così ella si mise a cercare un mezzo per legare lo sposo a se e alla casa. Trovò una pianta di canapa, della quale portò con se i resinosi fiori femminili.

Appena Shiva fece ritorno a casa, Parvati gli diede da fumare la canapa. Immediatamente Shiva, colto da grande eccitazione e da infinita concupiscenza, afferrò la sua compagna. Con divina beatitudine essi si unirono. Shiva sperimentò un’estasi santa, che più tardi doveva aprire le porte del paradiso ai suoi adoratori.

Da allora, Shiva rimase con la sua sposa Parvati. E sempre, prima di unirsi, fumavano la canapa. Per questo, la canapa è il miglior afrodisiaco: è stata donata agli esseri umani perché possano vivere insieme felici nella pace domestica.

Da: CHRISTIAN RÄTSCH, 1991, Le piante dell’amore. Gli afrodisiaci nel mito, nella storia e nella pratica quotidiana, Gremese, Roma, pp. 82-84.

 

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