Studi nel campo fenomenologico delle droghe psicoattive
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Mito mestizo sull’ayahuasca
Mestizo myth of ayahuasca
Il seguente mito d’origine dell’ayahuasca è stato raccontato all’antropologo Luis Eduardo Luna dal vegetalista Pablo Amaringo che viveva a Pucallpa, nell’Amazzonia peruviana. E’ un mito che tradisce una certa modernità d’elaborazione.
Questo è ciò che vidi in una visione che quasi mi uccise. Posso attestare che fra le più remote tribù del Perù, ve n’è una chiamata Shiris, di grandi guerrieri. Fra loro v’era un re chiamato Sinchihuyacui, il quale, dopo essere stato sconfitto da un’altra tribù, giunse, affranto dal dolore, in un giardino ove egli aveva piantato diversi alberi. Lì egli morì, e venne seppellito nei dintorni.
Alcuni anni più tardi, egli apparve in sogno a sua moglie, regina Gaamacuina, e le chiese di andare presso la sua tomba con alcune delle sue principesse, portando con se il suo scudo, la sua lancia, la sua mazza di bronzo da guerra e la sua fionda, la zucca dalla quale era solito bere, e il suo vaso per la chicha.1 Le diede quindi alcune istruzioni riguardo la pianta che era cresciuta sulla sua tomba.
La regina fece come indicato, e mentre stava lasciando le armi del marito vicino alla tomba, vide con grande terrore che egli emergeva dalla tomba, col suo corpo radiante e brillante di luce, portante una mazza da guerra d’oro fra le mani. La regina e le sue compagne stramazzarono al suolo inorridite, in faccia al terreno, incapaci di guardare direttamente il re. Una di loro iniziò ad urlare: “Ayaruna!! Reimi!! Ayaruna!!”.
Il re disse: “Non abbiate paura, sumac huarmicitas. Ascoltate le mie parole, affinché in futuro siate in grado di comunicare con me. Morii triste e amareggiato a causa di una sconfitta che non fui in grado di prevedere. Ogni volta che lo desiderate, potete ricevere buoni consigli e conoscenza su altri mondi. Ho fatto crescere una pianta fuori dai miei capelli. Questa liana è cresciuta e si è arrampicata all’albero vicino alla mia tomba, e lì è fiorita, producendo semi. Da questa pianta prenderete delle fette, e la chiamerete ayahuasca.2 Ecco perché le canzoni3 che questa pianta insegna sono tristi e melanconiche, come fossero suonate su arpe e quenas.4 E dovete mescolarla con la pianta chiamata chacruna5 che sta crescendo vicino ai miei piedi. Con l’aiuto di queste due piante sarete in grado di vedere colori fantastici e suoni, e sarete in grado di sviluppare la vostra psiche e acquisire profonda conoscenza dalle culture del passato” (Luna & Amaringo, 1991, p. 50).
Note
1 – Birra di mais.
2 – Dal quechua aya, “morto”, e huasca, “liana”: “liana del morto”
3 – E’ un riferimento agli icaros, particolari canti appresi sotto l’ispirazione indotta dalla bevanda; costituiscono la quintessenza del potere del vegetalista.
4 – Flauti incaici.
5 – Psychotria viridis, il secondo ingrediente indispensabile per la preparazione della bevanda.
Riferimento bibliografico
LUNA L. Eduardo & Pablo AMARINGO, 1991, Ayahuasca Visions. The religious iconography of a Peruvian Shaman, Berkeley, North Atlantic Books, p. 50.
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