Le Brugmansia fra i Mashco

The use of Brugmansia among the Mashco of the Peruvian Amazonia

 

Nell’etnia amazzonica dei Mashco, due sottogruppi – Huachipaire e Zapiteri – fanno uso di una bevanda allucinogena preparata da Brugmansia x insignis (Barb. – Rodr.) Lockwood, albero-arbusto della famiglia delle Solanaceae. Questi gruppi etnici abitano la regione Madre de Dios della parte amazzonica del Perù, a ridosso delle Ande.

La pianta viene chiamata xayápa, e la corteccia dei rami costituisce la droga per la preparazione della bevanda allucinogena. Come le altre specie di Solanaceae psicoattive, Brugmansia x insignis contiene significative quantità di alcaloidi tropanici del gruppo dell’atropina e della scopolamina.

Un tempo, la bevuta di xayápa avveniva nel villaggio, nella grande casa comune; le pressioni dei missionari hanno fatto sì che ora si operi più discretamente, lontano dal villaggio. Rami di xayápa vengono portati dentro a una piccola cabina situata vicino a un ruscello. Quando qualcuno degli indigeni desidera prendere lo xayápa, un loro gruppo si reca presso la cabina. Il gruppo prepara la bevanda e accudisce durante l’esperienza visionaria la persona che beve lo xayápa. Dovranno prestare attenzione ai contenuti del delirio verbale dell’inebriato, poiché questi – per caratteristica psicofarmacologica intrinseca agli alcaloidi tropanici – non sarà in grado di ricordare l’esperienza appena vissuta.

La tribù Huachipaire fa uso anche di foglie di coca e di tabacco, ma la bevuta di xayápa avviene in contesti isolati, indipendenti dall’uso quotidiano delle altre droghe psicoattive. Lo xayápa (Brugmansia) viene coltivato dai nativi attorno ai villaggi.

Si ritiene che la conoscenza delle proprietà visionarie dello xayápa sia un’acquisizione recente fra i gruppi mascho Huachipaire e Zapiteri, ricevuta da gruppi di nativi occidentali. Sarebbe questo il motivo per cui fra questi Mascho non v’è un’elaborata mitologia attorno alla pianta visionaria, come solitamente è il caso nell’uso tradizionale di piante psicoattive. Il mito d’origine dello xayápa fra i Huachipaire dice semplicemente: “fu un uomo che si avvicinò alla fattoria e annunciò che era venuto per diventare una medicina. Dopodiché si tramutò in pianta di xayápa” (Califano & Distel, 1982, p. 135). La bevanda di xayápa è considerata di sesso maschile.

Lo xayápa viene bevuto per motivazioni specifiche, quali la ricerca di oggetti importanti andati perduti (quali maceti, asce, ecc.), la previsione di eventi futuri, la cura di malattie, e il “rinnovo” fisico del corpo. Qualunque individuo maturo della tribù può richiedere la bevuta di xayápa, e questo tipo di impiego di un inebriante può essere considerato di tipo “esperienza individuale con assistenza”. Il gruppo di assistenti deve rimanere sobrio nel corso dell’esperienza visionaria, attento e vigile, pronto a intervenire per qualunque esigenza. Inoltre, dovrà ricordare quanto ha detto il bevitore di xayápa nel corso del suo delirio verbale, affinché sia possibile analizzarne il contenuto e comprenderne il significato recondito; ciò costituisce il “responso oracolare” a ciò che è stato chiesto di “vedere” con lo xayápa.

Il rito huachipaire di bevuta dello xayápa segue alcune regole, fra cui: l’esigenza di un contesto notturno; il bevitore non deve assumere posizioni con gli arti annodati o intrecciati fra loro; gli assistenti non devono rispondere né influenzare il delirio verbale del bevitore. Al termine dell’esperienza, all’alba, il bevitore viene immerso completamente nudo nel ruscello, con lo scopo di “lavare via” gli effetti residui dello xayápa. Per alcune settimane dopo, il bevitore di xayápa deve rispettare una dieta specifica, evitando di nutrirsi di alcune specie di pesci e di uccellagione, banane e zucchero di canna.

Gli Huachipaire sono a conoscenza del fatto che lo xayápa troppo concentrato può diventare un pericoloso veleno, e per questo delegano la preparazione della bevanda a esperti prescelti nella tribù. Califano & Distel (1982, p. 140) hanno osservato qualche caso occasionale di assunzione dello xayápa per via rettale, mediante un clistere, con lo scopo di evitare la nausea e il vomito che frequentemente accompagnano la bevuta di xayápa.

 

Si vedano anche:

 

ri_bib

CALIFANO MARIO & ALICIA F. DISTEL, 1982, The Use of a Hallucinogenic Plant among the Mashco (Southwestern Amazonia, Peru), Zeitschrift für Ethnologie, vol. 107, pp. 129-143.

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