Studi nel campo fenomenologico delle droghe psicoattive
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Quest' opera di Giorgio Samorini è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Racconto indiano sulla canapa
Indian tale on hemp
Il seguente racconto del periodo medievale indiano è ambientato in un mondo zoo-mitologico fantastico arcaico, ed è stato raccolto a Tikaitola, nel Rewa State, in India, presso l’etnia Gond.
Maisur Dewar viveva nella giungla Ranjhukarola, e si manteneva filando i vestiti. Un giorno, quando era nella profonda foresta, trovò un cobra femmina e se ne innamorò. Prese l’abitudine quotidiana di andare a massaggiare le sue mani e i suoi piedi.
Un giorno lo fece con tanto vigore, che si sentì stanco e si lamentò profondamente. Il cobra femmina pensò: “Il mio Dewar è stanco, come posso mandargli via la stanchezza?” Si graffiò la testa ed estrasse due semi e glieli offrì. “Pianta questi – disse – e quando gli alberi cresceranno, raccogli le foglie, fai una pipa di terracotta, e fuma(le)”.
Ma Dewar per errore prese le foglie con acqua, e ciò lo rese così ubriaco che non poté né vedere né udire.
In questo racconto, come nell’altro mito d’origine della canapa dalla datura, è riscontrabile un’associazione simbolica fra la canapa e i serpenti, ambientata in un periodo arcaico in cui i serpenti erano ancora dotati di arti ed avevano la posizione eretta. Questo rapporto simbolico potrebbe essere molto arcaico, e potrebbe essere stato elaborato nelle regioni meridionali dell’India. Il cobra è il serpente sacro a Shiva. Il motivo dell’errore commesso nella preparazione e nell’assunzione della prima dose di droga vegetale, con conseguente eccesso di inebriamento di colui o di coloro che la sperimentano, si presenta in altri miti di differenti piante psicoattive.
Da VERRIER ELWIN, 1949, Myths of Middle India, New Delhi, Oxford University Press, p. 332.
Si vedano anche: