Studi nel campo fenomenologico delle droghe psicoattive
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La riduzione del potere del San Pedro
The legendary reduction of the San Pedro’s power
Fra i diversi racconti sul cactus allucinogeno del San Pedro (delle due specie Echinopsis [Trichocereus] pachanoi ed E. peruvianus), è diffuso il tema della sua eccessiva potenza visionaria ai tempi delle origini (in illud tempore), e la conseguente opera di riduzione della sua potenza da parte di un’entità divina o, nella sua forma attuale sincretica, di un santo. Questo cactus varia nel numero di coste longitudinali (chiamate vientos) di cui è costituito. I curandero preferiscono utilizzare quelli con sette coste e quelli con quattro coste, alquanto rari, sono molto apprezzati per il loro potenziale curativo particolare, essendo in relazione con i quattro punti cardinali e i quattro venti della cosmografia andina. Nella regione andina del Peru settentrionale è diffusa la credenza che un maggior numero di coste sia indice di una maggior potenza del cactus.
Secondo il curandero Adriano Melendres, di San Juan de Totora, Gesù dovette ridurre a metà il numero delle coste del cactus perché il potere della pianta era talmente forte a quei tempi che gli uomini d’oggi non sarebbero più in grado di resistervi (Polia Meconi, 1993: 81). In un’altra variante, raccontata dal curandero Adriano Melendres di San Juan de Cachaco, è San Cipriano a ridurre il numero di coste:
“Prima di San Cipriano esistevano cactus del San Pedro di 14 coste, ma erano così potenti che San Cipriano ne ridusse il numero alla metà. E’ per questo che oggi si incontra San Pedro di sette coste e ve ne sono anche di otto o nove, ma non di quattordici” (Polia Meconi, 1988: 51).
Secondo un’altra interessante versione, data dal curandero Segundo Colquicondor di Tierras Coloradas (Ayabaca), Dio ridusse la potenza del San Pedro non per proteggere gli uomini, bensì per evitare ch’essi diventassero troppo saggi:
“Dio, per evitare che gli uomini siano saggi e veggenti come Cipriano e scoprano i suoi segreti, ‘taglia la testa’ al cactus. In questo modo fa diminuire il suo potere affinché gli uomini possano usare la pianta e riuscire a vedere, ma solo fino a un certo punto” (Polia Meconi, 1996, I: 176).
Si vedano anche:
Riferimenti bibliografici
POLIA MECONI MARIO, 1988, Las lagunas de los encantos. Medicina tradicional andina del Perú septentrional, Cepeser Ediciones, Piura.
POLIA MECONI MARIO, 1993, L’uso del cactus Trichocereus pachanoi nella medicina tradizionale andina del Peru settentrionale, Altrove, vol. 1, pp. 77-92.