Classificazione delle “droghe globali”

Classification of the “global drugs” (smart-drugs and eco-drugs)

 

La globalizzazione delle droghe

Da alcuni anni in Europa è arrivato qualcosa dalle conseguenze più imponenti e imprevedibili della solita “nuova droga” o classe di droghe. E’ sopraggiunta la globalizzazione delle droghe; globalizzazione in termini di tipi di droghe, ma anche in termini di conoscenze (o presunte tali) e di comportamenti associati alle droghe.

Grande fratello della globalizzazione delle droghe è Internet, che propone decine se non centinaia di siti di vendita on-line dei più disparati preparati a base di droghe vegetali psicoattive, tutte (o quasi tutte) rigorosamente legali, o comunque viaggianti attraverso quell’impalpabile rete trans-nazionale che è di fatto la Rete. I negozi smart-shop, diffusi anche in Italia, possono essere considerati una delle manifestazioni, forse la più appariscente, del fenomeno della globalizzazione delle droghe.

Anche il concetto ormai vecchio di “nuove droghe” ha subito una modifica radicale con l’affermarsi di questo fenomeno globalizzante.

E’ opportuno ripartire proprio dal concetto di “nuove droghe”, che in Italia, oggi nel 2010, ha una ventina di anni di vita. Agli inizi degli anni ’90 per nuove droghe si intendevano l’MDMA (“ecstasy”) e altri affini empatogeni. Per diverso tempo questa classe di composti fu considerata di tipo allucinogeno, mentre si tratta di una classe più affine a quella delle metamfetamine. Verso la metà degli anni ’90 alle nuove droghe si aggiungono la ketamina, il GHB, la 2-CB, i popper. La maggior parte di queste nuove droghe è oggi vietata dalla legislazione italiana. Infine, a partire dagli anni 1997-98 alle nuove droghe si aggiungono le “smart-drug” e le “eco-drugs”. Questa storia cronologica è specifica per l’Italia e differisce da quella di altri paesi europei quali l’Olanda e la Spagna.

Resta il fatto che i termini “nuove droghe” e “smart-drug” sono destinati a rimanere confusi e usati per lo più impropriamente, a causa del significativo aumento di entropia indotto dalla globalizzazione delle droghe, a cui si aggiungono le costanti superficialità giornalistiche, le frequenti inattendibilità delle informazioni proposte su Internet, la moltiplicazione della terminologia relativa alle centinaia di sostanze e vegetali psicoattivi che stanno raggiungendo la cultura occidentale (per un tentativo di inquadramento terminologico delle “nuove droghe” si veda Geninatti et al., 2001).

Di seguito riporto una classificazione e breve descrizione delle differenti classi di prodotti “smart”.

 

Stimolanti efedrinici

L’efedrina è un’amfetamina vegetale, dagli effetti stimolanti potenti, da decenni usata per le sue proprietà termogene nella cura dell’obesità, come diuretico e per calmare la tosse; il suo uso non terapeutico era più o meno tollerato negli ambienti sportivi e in quelli della pornografia. Con l’arrivo del mercato delle herbal ecstasy, pillole “smart” a base di efedrina e con l’uscita di questa dai ristretti ambiti sportivi e pornografici, la tolleranza nei suoi confronti è venuta meno e dal 1° aprile 2004 ne è stata vietata la vendita e la produzione non farmaceutica in tutta Europa. Vendute come alternativa vegetale, “ecologica”, alle paste di MDMA e non a caso chiamate “Ecstasy vegetali” (herbal exstasy), l’effetto amfetaminico è relativamente più corto e più tremolante di quello del classico speed (amfetamina di sintesi in polvere) ed è sufficiente oltrepassare di poco la singola dose per percepire l’effetto collaterale del trembling, con un generalizzato tremolio fisico e sensoriale, dove anche la vista e l’udito percepiscono in maniera tremolante. L’eccesso di efedrina può comportare quei sintomi tipici di tutte le amfetamine, cioè nervosismo, irrequietezza, tremori, insonnia, nausea, palpitazioni, perdita dell’appetito, con eventuali eventi psicotici. Chiamata in molte confezioni con il suo nome cinese, ma huang, si presenta in tante concentrazioni, che possono differire sino a 5-7 volte l’una dall’altra, e ciò può essere stato causa di valutazioni errate nell’assunzione della droga. Alcuni prodotti efedrinici non sono in pillole, bensì vengono proposte in forma liquida in flaconcini di varia misura. Questi prodotti liquidi sono più difficili nel dosaggio (solitamente ¼ o 1/3 dell’intero flaconcino). In una seconda fase di produzione degli stimolanti efedrinici, le case produttrici immisero sul mercato ingenti quantità di pillole a base di foglie di Sida acuta e Sida rhombifolia, invece che di Ephedra. Anche queste piante producono efedrina e il loro effetto è considerato da molti utilizzatori come più “morbido” di quello del ma huang, anche nelle fasi di salita e discesa dei suoi effetti. Nell’uso non terapeutico, l’efedrina è oggi saltuariamente utilizzata negli ambienti “rave” come sostituto degli empatogeni e dello speed (anni addietro era considerata l’“ecstasy dei poveri”, per coloro che non potevano permettersi di acquistare le “paste” di MDMA), ed è inoltre utilizzata nei contesti di attività sessuale, particolarmente gradita alle donne, poiché esalterebbe la componente più femminile della stimolazione amfetaminica, a differenza del “maschile” speed. Continua ad essere usato anche nel suo ambiente storico dello sport e delle palestre come droga dietetica prestazionale fisica (Samorini, 2006b).

 

Stimolanti xantinici

Sono quei prodotti a base di alcaloidi xantinici, cioè dei principi attivi del caffè (caffeina) e del tè (teobromina e teofillina), presenti in numerose piante, le cui più utilizzate nelle smart pill sono: caffè, tè, cola, guaranà, mate, maytenus.

Quando si pensa alla caffeina, si è soliti associarla ai noti effetti della tazzina da bar, in particolar modo in Italia. Sarà il processo di torrefazione sotto cui viene fatto passare il chicco, sarà il passaggio della polvere macinata sotto l’acqua a pressione a 80-100 °C, fatto sta che nella tazzina da caffè sembrano raccogliersi gli effetti peggiori dell’esperienza caffeinica, corti e con immediate e “aggressive” ripercussioni sul sistema cardiaco. Nell’assunzione orale di caffeinici proveniente dal mate o dal guarana, o dal medesimo chicco di caffè, senza averlo fatto passare attraverso processi industriali che ne altererebbero le proprietà, l’effetto è più dolce e “caldo”, di lunga durata e più “stabile”, cioè con meno gli alti e bassi riportati con la tazzina.

L’abuso di questi prodotti comporta sintomi ascrivibili al generico abuso da caffeina, con irrequietezza, insonnia, tremolio; sintomi che scompaiono in breve dal momento in cui si interrompe l’assunzione di caffeinici.

Nelle smart pill i caffeinici si possono trovare o come estratti semplici delle piante xantiniche, oppure internamente a ricette più elaborate, dove sono associati con colina, vitamina B6, o GABA, quest’ultimo per ammorbidire ed euforizzare gli effetti stimolanti degli xantinici.

 

Stimolanti a sinergismo xantinico-aminoacidico

E’ un’altra classe di smart drug affine dai punti di vista farmacologico e tossicologico agli stimolanti xantinici, dove il sinergismo più utilizzato è quello della coppia caffeina-taurina della Red Bull e di altri Energy Drink. La taurina è un aminoacido presente nel cervello e nel cuore dell’uomo adulto. Possiede virtù antioassidanti, sensibilizza il sistema immunitario e facilita l’eliminazione delle tossine per via renale. E’ stato scientificamente provato che l’accoppiamento di caffeina e taurina incrementa di circa il 20 % il volume di sangue pompato dal cuore a ogni battito, un fatto che non si verifica con la sola caffeina (Baum & Weiss 2001). Questo sinergismo è stato usato nel mondo sportivo ed è la base farmacologica degli Energy Drink. L’incremento di attività e di portata sanguigna comporta una migliore ossigenazione nel cervello, con maggior rendita nell’attività di veglia.

 

Stimolanti a sinergismo xantinico-aminoacidico-sinefrinico

In questi prodotti alla coppia caffeina-taurina viene aggiunta la sinefrina. Questa è estratta dalla buccia dell’arancio amaro (Citrus aurantium) ed è una sostanza della categoria degli stimolanti lievi che viene proposta nel mondo smart come sostituto dell’efedrina. Pur essendo un termogeno come l’efedrina, si distingue da quest’ultima per la mancanza di effetti sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna. Nell’accoppiamento con caffeina e taurina i suoi effetti stimolanti dovrebbero potenziarsi. Resta il fatto che molti consumatori, dopo aver conosciuto gli effetti dell’efedrina, rimangono delusi dagli effetti di un prodotto sinefrinico. L’impressione è che questa classe di smart-drug, le “sinefriniche”, verranno presto dimenticate. Si può affermare che la sinefrina è stata una risposta, forse non riuscita, che i produttori hanno cercato, un po’ all’unisono, di proporre di fronte all’immediata mancanza per legge dell’efedrina. Il Ministero della Sanità italiano limita l’assunzione di sinefrina a 30 mg al giorno, corrispondenti a circa 800 mg di citrus aurantium titolato al 4% in sinefrina.

 

Stimolanti afrodisiaci a base vegetale

E’ una classe a parte, pillole i cui principi attivi sono estratti di piante, per lo più esotiche, utilizzate tradizionalmente come afrodisiaci e riconosciute nella medicina occidentale come dotate effettivamente di proprietà afrodisiache. Nel mondo smart non ci si può accontentare di generiche “proprietà afrodisiache”, ed ecco quindi estratti di Epimedium, di Cnidium monnerii, di Xantoparamelia scabrosa, Lepidium meyenii, rientrare come ingredienti di pillole “per lui”, o “per lei”, oppure fra i “viagra vegetali” e gli “stimolanti femminili”. Nel mondo degli afrodisiaci legali stiamo per trovarci di fronte a una giungla di prodotti specifici per le più diverse proprietà ed esigenze sessuali: dagli afrodisiaci che abbassano le barriere libidiche, a quelli utili per prolungare la durata dell’atto sessuale, da quelli per aumentare la sensibilità dell’atto sessuale a quelli che ritardano o favoriscono l’orgasmo, sia maschile che femminile.

Riferendoci qui alla classificazione più semplice degli afrosidiaci in “maschili” e “femminili”, in Italia gli afrodisiaci maschili smart più in voga sono stati quelli del gruppo della “Sex-e”, che si basano su principi attivi stimolanti di Epimedium, Cnidium e Xantoparamelia. Di derivazione dalla formula Sigra® statunitense, dove è venduto in farmacie ed erboristerie senza necessità di ricetta medica, la Sex-e era la forma europeizzata e dalla quale sono nati una miriade di sottomarche e sottoprodotti con formule affini. Pur rientrando nella categoria commerciale di “viagra vegetali”, i prodotti tipo Sex-e procurano un effetto mentale, di tipo empatico, oltre a quello più puramente simil-viagra, e per questo motivo sono apprezzati e considerati migliori del Viagra, in quanto quest’ultimo ne è totalmente privo. Ciò che alcuni considerano un pregio del Viagra – la mancanza d’effetti sulla mente umana – altri lo considerano un suo difetto. Gli afrodisiaci del gruppo della Sex-e comportano un impegno sul sistema cardio-respiratorio da considerare maggiore di quello richiesto dall’esperienza caffeinica e un sovradosaggio può risultare spiacevole, con aritmie e stati d’ansia, che generalmente si dileguano in breve tempo.

Fra gli afrodisiaci femminili i più diffusi attualmente sono damiana (Turnera diffusa), yohimbe (Corynanthe yohimbe), maca (Lepidium meyenii), muira puama (Ptychopetalum olacoides). La damiana offrirebbe una sensibilità dermica acuita e diffusa su tutto il corpo e non solo nella aree pubiche; per questo motivo è considerato un afrodisiaco femminile.

 

Rilassanti a base vegetale

Dopo la produzione di così tanti stimolanti, fra gli scaffali degli smart shop fisici e virtuali si sono iniziati a vedere alcuni prodotti con ingredienti che si discostano di poco o per nulla da quelli delle pillole per dormire vendute nelle ordinarie erboristerie: fiore della passione, valeriana, escholtzia californica.

 

Prodotti alcolici

I prodotti alcolici nel mondo delle smart-drugs sono rappresentati quasi esclusivamente dai  “liquori d’Assenzio”. Si è sviluppata una lunga discussione  sui fattori responsabili dell’absintismo e il ruolo concreto da dare al tujone, il principio attivo della pianta di assenzio, in quella particolare forma di alcolismo che si diffuse in Europa centrale verso la fine del XIX secolo e che portò alla messa fuorilegge dei liquori di assenzio in diverse nazioni europee, Italia compresa. Dal secolo scorso sino ad oggi si è vista una interminabile discussione su quanto sia stata responsabile la pianta, che tuttavia non è considerabile da un punto di vista strettamente etnobotanico come un vegetale psicoattivo, dato che non esistono riferimenti nelle culture classiche antiche e medievali, né nella medicina tradizionale eurasiatica, ad effetti di tipo psicotropo; o quanto siano stati responsabili la scarsa qualità dell’alcol prodotto nel XIX secolo, con contaminazioni di alcol metilico e aggiunte di solfato di rame (limitandoci alla documentazione italiana, cf. Benoît, 2001; Coletti, 1864; Galli, 1877). Resta il fatto che le basse concentrazioni di tujone – mantenute basse da regolamentazioni europee – presenti negli attuali liquori di assenzio, non sono tali da poter influire sull’effetto totale del liquore. Liquori che, sarà il caso di precisare, sono ad alta gradazione, sino al 70% vol. e oltre. Da un punto di vista tossicologico, l’alcol a 70° è una droga alquanto tossica e può dare forme di violento alcolismo, di improvvisa e ingestibile reazione.

 

Eco-drugs

Un’altra importante categoria di articoli venduti negli smart shop riguarda i “prodotti per etnobotanica”, da alcuni chiamati semplicemente “erbe”, nel mondo anglofobo chiamate “eco-drugs”. In pratica si tratta di una finestra sul vasto mondo delle piante psicoattive (Samorini 2006a). Oggigiorno se ne calcola in tutto il mondo un numero che va dalle 1200 alle 1400 specie e il fenomeno della globalizzazione commerciale e dell’informazione le rende disponibile in buona parte a chiunque possa spingere dei tasti su una tastiera di computer e disporre di carta di credito, preferibilmente prepagata. Alcune piante psicoattive trattate come prodotti per etnobotanica sono: semini hawaiiani (Argyreia nervosa), contenenti derivati lisergici, in particolare ergina (ammide dell’acido lisergico), che produce un effetto simile a quello dell’LSD con una componente narcotica sul fisico; loto blu (Nymphaeae coeraulea), proveniente dall’Africa e dal Medio Oriente e i cui petali azzurri contengono alcaloidi affini all’aporfina, per cui l’effetto è di tipo narcotico, sebbene non intenso; kratom (Mitragyna speciosa), proveniente dalla Tailandia, con effetti narcotico-esilaranti; sinicuichi (Heimia salicifolia), proveniente dal Messico e usato tradizionalmente come leggero inebriante.

 

Si veda anche:

 

ri_bib

BAUM M, WEISS M. 2001. The influence of a taurine-containing drink on cardiac parameters before and after exercise measured by echocardiography, Amino Acids 20:75-82.

BENOÎT N., 2001, L’assenzio. Un mito sempre verde, Odrarek, Roma.

COLETTI F., 1864, Sul liquore d’assenzio, Stamp. Prosperino, Padova

GALLI V., 1877, Absintismo, Gazzetta Medica Italiana Province Venete, 20: 117-122.

GENINATTI S., F. BELLAVIA & G. CHIEPPA, 2001, Contributo alla definizione di nuove droghe, Bollettino Farmacodipendenze e Alcoolismo, 24: 16-30.

SAMORINI G., 2006a, Droghe nuove e nuovissime: un breve excursus, in: R.M. Pavarin & V. Albertazzi, Uso e abuso di sostanze, Carocci, Roma, pp. 87-112.

SAMORINI G., 2006b, Smart-drug e smart-shop in Italia, Medicina delle Tossicodipendenze, 14(50): 47-53.

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